
Jolly progrediva lentamente, anche se la fame tormentava il suo stomaco vuoto dopo un giorno intero di viaggio. La discesa verso la piccola città di Fort Jackson era difficile, il pendio era forte ma il cammino era largo e tortuoso, si avvolgeva sulle pendici delle montagne inchiodate, la vista era maestosa. Luke, lo Stetson saldamente piantato sui suoi occhi per proteggersi dal sole contemplava le poche baracche di legno che componevano questo antico forte, oggi covo di una banda di fuorilegge, i Dalton.
Kathy, si è rimessa le mutandine gonfie, ha riadattato il corsetto, ha tirato fuori i seni e ha messo un grande camice, ma lasciandolo ampiamente aperto per scoprire generosamente il suo petto opulento. Tutto il suo corpo si dondolava su dei tacchi alti, al ritmo di ogni passo, mentre scendeva le scale che portavano alle stanze che le ragazze del Salone usavano per esercitare il mestiere più antico del mondo. Al suono di un vecchio pianoforte queste bellezze giravano tra i tavoli dove i cowboy, i cercatori d’oro e i fuorilegge giocavano a poker o semplicemente bevevano un famoso whisky, quello che produceva il bar e che era adulterato, ma che vendevano come se provenisse dalle cantine di qualche villa scozzese.
Joe, Jack, William e Averell Dalton, sopranominati i fratelli Dalton, seduti su un tavolo attaccato al muro, litigavano come se avessero 16 anni. Averell ha estratto la sua Smith & Wesson da sei colpi. Lo scuoteva gridando davanti al naso di suo fratello Joe che rimaneva immobile come una statua del museo Tussaud. Kathy si affrettò temendo una tragedia shakespeariana. Afferrò Averell per i capelli, seppellì il viso tra le sue tette e quasi lo soffocò davanti agli occhi esilaranti dei suoi fratelli.
In quel momento l’ombra di Luke entrò nel bar sotto la porta d’ingresso. I quattro Dalton hanno scatenato un fuoco infernale, la porta è saltata in aria. Quando, poco dopo, lo sceriffo del luogo, che portava alla punta del suo fucile lo stesso cappello del famoso cacciatore di taglie, si era incastrato nell’apertura distrutta, le sue armi erano vuote e dietro di loro la voce di Luke che brandiva due Winchester risuonò imperativamente: «Hands up».
—Joe, ho preparato il tuo porridge, —urla Cathy fuori dalla porta.
Joe Dalton, rinchiuso con gli altri fratelli nella cella dell’ufficio dello sceriffo, si svegliò all’improvviso, si aggrappò alle sbarre e interpellò lo sceriffo che era addormentato sulla sua scrivania.
—¡Billy! ‘Svegliati! —urlò. — Cathy mi ha portato il mio solito pranzo.
—Scherzi, Joe, non siamo al Ritz.
—Andiamo Joe, sarà il primo giorno della mia vita senza mio porridge. Cathy sta fuori, non lasciarlo raffreddare.
—Tu esageri Joe, — intervenne improvvisamente Averell, avvicinandosi, — io vorrei…
Joe, senza preavviso, gli diede un violento pugno nello stomaco che gli tolse il respiro. William gli mise la mano sulla bocca e lo tirò indietro dove Jack lo tenne immobile.
—Imbecille soffiò William all’orecchio.
Nel frattempo lo sceriffo aveva aperto la porta a Cathy avvolta in un grande mantello che non lasciava vedere nulla del suo corpo che stava abbondante.
Si precipitò verso la cella con la sua grande casseruola che portava con i suoi mani.
—Apri. per favore, Billy, è molto pesante.
—Non prendermi per un idiota, metti questo sulla mia scrivania.
Cathy gli ottemperó. Pero appena lo sceriffo si chinò per aprire la casseruola, ella gettò indietro il suo mantello e tutti potemmo ammirare il bel petto della giovane donna circondato di pistole. Sparò sei colpi prima che Billy potesse muovere un dito, sparò in aria e puntò la pistola alla fronte dell’uomo stellato, mentre lanciava ai fratelli Dalton le altre cinture che indossava.
Questi minacciarono anche lo sceriffo che sapeva che non avrebbero esitato a sparare se non avesse aperto la porta della loro prigione.
In quel momento, diversi colpi di fucile provenienti dall’esterno fecero volare la finestra dell’ufficio e filtravano dalla cella, Joe fu ferito alla spalla e Luke circondato da diversi supplenti entrò con la winchester fumante nelle mani.
—Luke, per favore, ti prego, frugame.
—Nessun problema, Cathy, so che sei innocente.
—Beh, tesoro, non sai cosa stai perdendo, ma io sono convinta.
La scena si svolgeva davanti alla porta di Doc Bradley, dove il povero Joe Dalton era stato sistemato in un letto. Il povero uomo era stato ferito durante la lite che aveva preceduto la sua cattura. Doc Bradley, che era ubriaco tutto il giorno, come ogni notte, era stato reso sobrio da Luke con un sacco di secchi d’acqua gelata. Nessuno lo avrebbe creduto, ma sotto la minaccia del Winchester di Luke era riuscito a rimuovere il proiettile conficcato vicino alla scapola nella spalla del nostro bandito. Questa mattina era già meglio e bendata come una mummia, lo Stetson posto sul viso, russava generosamente. Luke, seduto attraverso la porta, bloccava il cammino.
— Se mi fate entrare, vorrei curarlo.
— Dorme, lo sveglierai.
— La cura che posso offrire è inestimabile, mio caro.
Si sollevò il vestito e la gonna e, con un gesto imponente, salì coraggiosamente sul ferito.
Questo, senza esitazione, tirò fuori un Derringer con due colpi che lei aveva introdotto come un tesoro nella sua più tenera intimità.
«PAN!»
Un colpo fece volare l’arma fuori dalla sua portata. Lucky Luke, riengaina, aveva sparato più veloce del suo pensiero…

