Questo non è una vita

TIGRES PARA JUAN – Sergio Astorga (https://astorgaser.blogspot.com)

Osservavo il domatore. Con la sua frusta impaziente che faceva sbattere senza motivo come per stabilire la sua autorità definitiva davanti al pubblico sbalordito. Nella gabbia montata in impalcatura traballante, eravamo sette, lui, 2 leoni, 2 tigri, una leonessa ed io. Lily la tigre, mi chiamavano. Fa un po’ paura, ma io ero la star. Il mio ringhiò tetro e minaccioso, i miei denti lunghi e la mia faccia sorridente come quella di un mostro cinese spaventavano tutti, piccoli e grandi. Eppure quando mi lasciava in pace sul mio piedistallo di legno dipinto, senza cercare di farmi saltare in qualche cerchio inutile, ero ben tranquilla, ero anche gentile, i miei piccoli mi aspettavano nella mensa per succhiare il loro latte. Dovevano essere affamati e a me facevano fare il clown. 

Un colpo di frusta colpì ancora, ma questa volta mi ferì una mammella, lanciai un potente ruggito e saltai.

Ero sdraiato sul parquet davanti al camino allegro del grande salone. Il fuoco danzava e riscaldava tutta la stanza. I piedini nudi della ragazza che correva mi calpestarono la schiena, poi si fermò bruscamente, si inginocchiò e prendendo in braccio la mia testa che non spaventava più nessuno, mi baciò forte mormorando: «Quanto sei bello il mio Tigre!»

Jean Claude Fonder